Quatar pass Soto I Occ da San Mamet

24 Marzo 2013 at 22:02
24.03.2013
Quatar pass Soto I Occ da San Mamet – Oltrona San Mamette (CO) 

La primavera è arrivata!  Peccato che ancora si sia fatta riconoscere timidamente.

Sono le 06:45 quando salgo in macchina e il tergicristallo scandisce il metro della domenicale trasferta. Mi viene in mente il clima di Roma solo sette giorni fa e la sensazione di libertà che avevo nel correre solo con una maglietta… oggi saremo ancora tutti imbacuccati e coperti sino al naso.

L’appuntamento di questa settimana è a Oltrona San Mamette, grazioso borgo a due passi dalla nota Pinetina di Appiano Gentile.
Arriviamo sul posto e il ritrovo ci si palesa un po’ atipico, la sala biliardini di un Bar. Oggi sarebbe una di quelle giornate in cui una bella doccia calda dopo la corsa non guasterebbe, ma non si può volere tutto.
Dopo un veloce adattamento di tenuto, un paio di prestiti di k-way e una veloce integrazione di strati per ovviare al freddo non proprio primaverile, ci si appresta alla foto di gruppo.
Guardo la foto e conto i presenti:
Prima fila: Io (Andrea), Gianfranco, Alberto, Giovanni, Antonio e Maurizio.
Seconda fila: Laura, Fiona, Antonietta, Elisa.
Terza fila: Mariuccia, Marialaura, Giorgio, Roberto e Settimio.
Luigi dov’è? Ero sicuro fosse presente allo scatto! …
Ci siamo: Luigi è in fila zero, dietro di me!
Considerato il meteo pessimo e poco invogliante, direi che anche a questo giro segniamo comunque una presenza significativa.
Giorgio esegue una veloce distribuzione dei cartellini di gara e poi via si parte. Solito primo chilometro compatti, con Alberto che guida il gruppo, poi si abbandona la strada e ci si immerge nei boschi.
Io seguo Alberto (ci casco sempre) e Laura non molla un metro. Il paesaggio si perde nei boschi e il percorso si mostra nella sua tematica del giorno:
Fango, fango e ancora fango.
I primi passi sono attenti, cerco di non infilarmi in pozzanghere e provo a deviare i punti più melmosi… poi rifletto sulla distanza da compiere, oggi sono 26, e sull’opportunità o meno di correrli a zig-zag… alla fine la prudenza lascia spazio alla logica, inizio a prendere una traiettoria rettilinea a discapito di quello che mi trovo davanti.
Dopo un po’ lo sfidare pozzanghere e acquitrini diventa un gioco e lo sporco che aumenta sulle mie scarpe e sulle mie gambe diventa il segno di un divertimento quasi puerile. Ormai cerco le pozzanghere, mi ci infilo dentro nel mezzo e non le sfuggo più.
Neanche il tempo di accorgermene che transitiamo dal ristoro dei 10Km… Alberto da qualche chilometro ha allungato, ma i volontari ci fanno notare che Laura è la prima donna a transitare da li. La luce che illumina lo sguardo di Laura mi preoccupa, io per stare dietro ad Alberto sono partito come al solito un po’ troppo forte e la faccia di Laura si tinge di quell’agonismo che ormai fa parte di lei.
Abbandoniamo il ristoro e ci infiliamo sul giro lungo. A quanto pare siamo i primi a percorrere quella strada, per quanto si sia atteso qualche istante non scorgiamo le altre tartarughe arrivare e, quasi per magia, ci troviamo per un paio di chilometri immersi nel verde e solitari.
“Into the Wild” commenta Laura, in effetti la sensazione è di essere distanti dal mondo… io riprovo quella sensazione che spesso ho quando percorro una natura che avvolge, sento il cuore che batte ed il suono del respiro riempie le orecchie. Che meraviglia.
Poco avanti vediamo qualche sagoma gialla, sono altri impavidi podisti che si cimentano nella distanza lunga. Ormai il passo è bello serrato da km e io e Laura li passiamo uno alla volta.
Quando stiamo per passare di nuovo dal bivio dei 10Km ,adesso divenuto il bivio dei 17km, Laura incomincia a prendere qualche metro da me… la stanchezza si fa sentire… Laura invece pare non accusare il colpo.
Vabbeh… a questo giro prendo la scusa che Antonio mi ha raccomandato di iniziare ad usare lo zaino, che un poco mi ha appesantito e reso meno facile la corsa… mettiamola così.
Proseguiamo ancora e dopo un paio di chilometri decido di correre gli ultimi cinque a passo più moderato, Laura non molla il colpo. Nel frattempo incontro Battista ed il leggendario “Cappellone”… corricchio un chilometro con il primo e poi il secondo, che si era fermato a disquisire di birra e vino al risotoro, si affianca e chiacchiera un poco con me.
Ormai manca poco a finire, non scorgo più la sagoma di Laura in lontananza, ma non deve essere poi così lontana. All’improvviso scorgo una tartaruga in contromano. Si tratta di Alberto che, una volta arrivato, ha deciso di aggiungere qualche chilometro e di cercare i suoi compagni all’arrivo.
Si unisce a me che gli comunico che da chilometri non sento altre presenze tartarughe. Corro con lui chiacchierando amabilmente del più e del meno. L’arrivo non si fa neanche sentire.
Ci cambiamo e asciughiamo alla meglio, Elisa e Roberto che hanno percorso il giro corto, sono già all’arrivo.
Ci concediamo il lusso di un Campari e Aranciata e mentre stiamo per conquistarci una comoda sedia incominciano ad arrivare gli altri che si sono cimentati sul giro da 26 km.
Antonio è il primo, seguono poco alla volta tutti gli altri. Ultima ad arrivare Marialaura, che indomita anche se ha compiuto un salto di chilometraggio un po’ rempentino, arriva leggermente dolorante a destinazione.
E’ arrivata l’ora di tornare, ci spiace solo di non salutare Antonietta che oggi ha deciso di farne 32 di chilometri (6+26 Km)… ma non facciamo neanche in tempo a pensare la cosa, che lei arriva… con sei paia di guanti e imbacuccata come un alpinista, ma fresca e felice come sempre!
Bravi tutti! Alla faccia della Primavera che quest’anno non ha molta fretta di arrivare!
Andrea Papini