Stavamo per uscire a cercare un locale in cui berci un aperitivo prima di cena, ad Engelberg, nel centro del Canton Obvlado, ai piedi del monte Titlis e a tre ore di macchina da Lecco, quando Laura mi proponeva questa domanda.
- Sveglia selvaggia alle 04.15;
- colazione saltata;
- niente visita culturale, formaggi e aperitivo;
- ennesima tapasciata del menga;
Poi guardo gli occhi di Laura e vedo quella forza magica che ancore è residua in lei dopo l’esperienza della Nove Colli. Leggo in lei quella voglia di gruppo ed il desiderio un po’ fanciullesco, ma forte e sincero, di vedere le facce stupite degli amici nello scoprirci arrivare a sorpresa… tiro qualche mannaggia tra me e me segretamente e poi, accarezzandole il capo, le rispondo:
“Scendiamo, saldiamo il conto della camera, mangiamo qualcosa e poi mettiamoci a letto che ci aspetta una levataccia”
Cosa non si fa per far felice una donna…
La sveglia il mattino dopo è meccanica, difficile, lenta… si sale in macchina e in silenzio, con calma, spiaccicando qualche parola, ci dirigiamo verso Galbiate.
Il percorso a ritroso ci apre un paesaggio che poco alla volta si sveglia e svela ad ogni valle che attraversiamo un cielo sempre più sereno. Per fortuna alla guida c’è Laura… io mi addormento una mezza dozzina di volte.
Arriviamo prima di tutti e ci concediamo finalmente la colazione. Il bar della partenza è indecente, puzza e non offre null’altro che del bianco di pessima qualità, per cui ci spostiamo in un altro locale li vicino.
La mossa ci permette di aumentare l’effetto sorpresa.
Passa il tempo di un cappuccio e con circospezione usciamo. Vediamo le tartarughe sparpagliate sul piazzale della partenza. Il primo a notarci è Luca.
La sua espressione prima sembra più un “guarda quei sue, sembrano quasi Andrea e Laura, impressionate”, poi muta in “oh cavolo, ma quelli sono davvero Andrea e Laura” per finire in un “…ma voi due cosa ci fate qua?”.
Ci avviciniamo e segue l’accoglienza di tutto il gruppo, compresa la particolare festa che tutto sommata Laura cercava… gli ultrasuoni a centotrentasei decibel di Antonietta. “Lauraaaaaaaa Andreaaaaaaa che ci fate quaaaaaaaaaa ciaooooooooooo”
Dopo qualche mese di fastidio nello svegliarmi presto per essere presente alle tapasciate, sfiancato nella motivazione da una presenza quasi costante per tutto l’inverno alle adunate mattutine della domenica, non pensavo che questa ennesima prova della mia sopportazione potesse darmi il piacere che mi ha dato.
Rivedere gli amici con i quali tanto stiamo condividendo quest’anno, immediatamente dopo un esperienza forte e divertente come la Fisherman’s Friend Strongman Run. Sentirsi circondati dalla loro accoglienza, dalle loro mille domande e curiosità… non ha prezzo!
Condividere una ventina di chilometri, partire assieme, ritrovarsi sul tracciato, riconoscere tutti dalle voci, anche se corri un poco avanti… …ritrovarsi stanchi quel che basta, tutti assieme, sul piazzale dell’arrivo ad attendere chi tarda un poco, per essere sorpreso da Alberto che ti viene in contro sorridente con una bella birra fresca, presa apposta per i “suoi ragazzi”… è pura, semplice e spontanea felicità!
Tutto il resto non ha quasi importanza!
Non mi va neppure di raccontare la bella tapasciata, il suo percorso, i panorami visti e il bel sole che per la prima volta ha scaldato le nostre corse dopo mesi di meteo uggioso… a cosa servirebbe dilungarsi oltre, se quello che conta è come al solito il gruppo?