La determinazione di un grande atleta – Intervista a Alberto Tagliabue

22 Ottobre 2015 at 14:09

(Fonte: http://www.worldrunningacademy.com/personaggio/alberto-tagliabue-la-determinazione-di-un-grande-atleta/#prettyPhoto)

 

Nicola Del Vecchio | Ottobre, 2015

 

01-tb

Ho conosciuto Alberto un fine settimana di febbraio durante uno dei miei primi allenamenti con Paolo Barghini. Si stava preparando per un trail che avrebbe corso da lì a poco in Sardegna e nel quale poi avrebbe ottenuto il terzo posto assoluto. Mi hanno subito colpito la sua cordialità e la sua passione per questo sport che lo ha contagiato in età adulta.

 

“Ho cominciato a correre dieci anni fà – racconta Alberto – avevo 43 anni e stavo giocando a calcetto con un gruppo di amici miei coetanei e quasi per scherzo ci siamo promessi di festeggiare i nostri 45 anni correndo la maratona di New York. Dopo qualche settimana di allenamento, nonostante i buoni propositi, mi sono ritrovato a correre da solo. Anche se poi a New York i miei amici sono venuti, non da corridori ma da spettatori”. La storia di Alberto è davvero stupefacente e contornata da un pizzico di sana pazzia, soprattutto per il suo approccio alla corsa.

 02-tb 03-tb 04-tb

 

“Dopo venti giorni che mi allenavo con una distanza massima percorsa di 8 km – prosegue – ho deciso di iscrivermi alla Maratona di Milano. L’ho conclusa in 4 ore e 47 minuti. Al traguardo ero felice come se avessi vinto i Mondiali, poi per i successivi tre giorni non sono neppure riuscito a camminare. Da quel momento ho capito che avevo la testa per le corse lunghe. Ho cominciato ad allenarmi con metodo e nei successivi 4 anni mi sono cimentato in mezze maratone e maratone”. Quella tenacia che lo aveva portato dopo pochi giorni di allenamento a concludere la maratona di Milano, lo ha condotto in scenari e realtà indescrivibili. “Nel 2009 ho corso il mio primo trail in Liguria di 70 km per prepararmi alla Racing Planet, una corsa fantastica di 250 km nel deserto Australiano in un paesaggio davvero unico alla quale si erano iscritti dei ragazzi della società sportiva con la quale mi allenavo”. E come spesso accade per chi si avvicina al Trail, poi non si torna più indietro. “Il trail ti fa dimenticare l’asfalto – spiega Alberto – non ho nostalgia di corse su strada. Dopo anni ne ho corsa una quest’anno, per prepararmi al Tor des Giant. Ho corso la 100 km del Passatore ma si è trattato di un caso unico”.

 

Purtroppo l’esperienza del Tor non è stata positiva visto che ne è uscito con un infortunio che lo costringerà a stare fermo fino almeno a gennaio. “Mi affascinava la lunga distanza – prosegue – ho deciso di partire nonostante non fossi al meglio fisicamente, avevo problemi sia alla caviglia che al ginocchio. Questi problemi mi hanno costretto al ritiro al centesimo km”. Dalle parole di Alberto traspare una grande amarezza, visto che correre il Tor per lui era un’esperienza unica e irripetibile. “Avevo deciso che sarebbe stata la mia ultima gara sulla lunga distanza, poi avrei voluto dedicarmi a gare a tappe che, seppur di molti km, sono meno devastanti. Spero di riprendere gli allenamenti a partire da gennaio, avrei infatti intenzione di correre nel deserto del Cile ad ottobre 2016”. Alberto è uno di quegli atleti che hanno davvero doti formidabili, basti pensare che l’anno scorso è arrivato terzo di categoria alla CCC, una delle gare del circuito del Monte Bianco. “Essere premiato a Chamonix – racconta – è stato qualcosa di fantastico. Salire sul podio davanti a più di 500 concorrenti è stata un’emozione unica e non nascondo che mi è scesa qualche lacrima. Adesso però il mio obiettivo è quello di correre ogni anno in un deserto diverso”.

07-tb 06-tb 05-tb