Sila Tre Vette 2021

8 Marzo 2021 at 21:10

Avrei dovuto intuire che il motto SfidaTeStesso legato alla competizione ultraTrail Sila3Vette non era uno dei tanti slogan scritti a caso come motto per attirare runners alla ricerca di qualcosa di “esotico”.

E adesso lo posso testimoniare.

Si perché la Sila, io e Pier, la abbiamo sfidata e ne siamo usciti interi e vincitori.

La Sila innevata, il suo freddo pungente della notte, gli infiniti saliscendi che ti spezzano le gambe, il lupo che di notte ulula improvvisamente, i cani randagi che abbaiano, che ti fissano con gli occhi illuminati dalla luce della tua frontale, gli alberi giganti e stupendi con le loro ombre inquietanti, il filo spinato steso per chilometri a delimitare chissà quale proprietà probabilmente dimenticata e il senso di impotenza e di paura di perdersi in mezzo al nulla, senza una luce, una strada, una casa. Questa è la Sila che abbiamo percorso per 143 Km in 26 ore e 45 minuti.

Un viaggio molto faticoso ma anche esaltante. La sensazione di riuscire a strappare al percorso, letteralmente, un chilometro dopo l’altro con lo zaino da oltre 7kg sulle spalle che ad ogni passo di corsa ti grava sulle spalle a ricordarti che dentro lì c’è la tua sopravvivenza: acqua, cibo, batterie, GPS, vestiti e l’indispensabile sacco a pelo d’emergenza (non un telo, ma un vero sacco a pelo con zona comfort -20 gradi); lo benedici quando cala la notte e il freddo ti schianta, lì capisci che tutte le maledizioni che gli hai rivolto durante il giorno per il suo peso e l’ingombro non erano dovute. Non lo devi usare se non in caso di estrema emergenza, ma sai che è lì, lo senti, in qualche modo ti protegge psicologicamente.

E poi il tuo GPS, il tuo fedele cane segugio tecnologico: lo interpreti come si interpreta la sfera magica, gli chiedi la strada, la direzione. Se dovesse girarti le spalle sarebbe la fine, soprattutto di notte.

Sila3Vette 140km è una prova oltre che di resistenza fisica anche mentale: devi saperti orientare col GPS, non esistono indicazioni stradali né segni appesi dall’organizzazione. Sei tu e la tua traccia sul tuo device. Il tuo orizzonte inizia e finisce lì. Non ti devi scoraggiare quando sbagli strada: devi tornare indietro e ripartire così come si fa nella vita vissuta.

E come nella vita vissuta non devi pensare a quello che sarà fra vent’anni o 50 km, devi pensare a raggiungere il prossimo check point, poi, e soltanto poi, farai i tuoi conti, ti guarderai dentro e cercherai di trovare le motivazioni, lo spirito e la forza per puntare al successivo check point.

E noi nei check point siamo entrati, ci siamo rimasti per qualche minuto e siamo ripartiti alla ricerca della strada per l’obiettivo successivo.

Fino al traguardo, ambito, desiderato, invocato, raggiunto e conquistato.

Abbiamo anche dovuto fare delle scelte durante il percorso, specialmente alla fine: proviamo la fuga e cerchiamo di distanziare gli altri due compagni di viaggio (uno messo non benissimo) o decidiamo di condividere anche il traguardo oltre che i 140km percorsi assieme?

Beh, non ce lo saremmo perdonato se avessimo cercato il colpo grosso.

Abbiamo tagliato il traguardo assieme e abbiamo vinto la gara (ovviamente per la classifica runner).

Siamo stanchi ma non esausti, abbiamo ancora la forza di farci una bella doccia, un cambio d’abiti e siamo usciti a pranzo. Concederemo la vittoria al sonno più tardi nel pomeriggio… un paio d’ore non oltre.

Per saturare il livello emozionale ci pensa la premiazione con la medaglia dei vincitori e il voucher per correre il prossimo anno a Rovaniemi Finlandia per la 150km sulla neve.

Missione compiuta e archiviata.

Pier, dove corriamo domani?

 

Lucio e PierGiuseppe